FIORI DI MAGGIO

di

yzu e isabella branella

Mavida edizioni

tutto nasce dalla partenogenesi di una canzone, cantico dei drogati, del maggiore dei poeti del novecento italiano. da qui, una raccolta, dedicata a lui, intitolata FIORI DI MAGGIO, di sonetti.
sonetti che necessariamente hanno dovuto confrontarsi con chi, per uso del metro e della lingua, ha fondato stili e trasmissione di sapienza - alighieri, cavalcanti, angiolieri, baudelaire, rimbaud, leopardi, per risalire ai miti – saffo, alceo, catullo, orazio …
sonetti in forma di voce inattesa e inespressa, riferita a chi non ha mai ascoltato – io padre madre sorella fratello compagno amante compagna stupratore pusher amante parente capo degli ultrà e capo dei mediattivi anarchico e comunista e ateo il primo amore e l’amor mio che non muore l’ape tutte le passanti gli avventori l’idiozia intelligente il vuoto a perdere il vacuo sedersi fuori da sé …
una silloge di sonetti aperti e chiusi da due canzoni – il mulo e a mara. una silloge di sonetti aperti e chiusi da la prima e l’ultima. una silloge di sonetti inutile.

dà senso al tutto il lavoro di ISABELLA BRANELLA: quindici dipinti cangianti emozioni ripetute atmosfere ambientazioni metamorfosanti delirio e pathos intelletto e sensazione. immagini che bene conoscono la propria precarietà e di questo hanno forza. immagini che sanno spaziare dentro l’animo di chi le osserva, ne scovano l’ombre più nascoste, ne svelano paure e desideri.

un lavoro a due – una volta si diceva un’opera, ma noi artigiani non aspiriamo a tanto – per scambiarsi e scambiare emozioni da una finestra aperta sul/al mondo.
forse, un chiedere troppo.
un lavoro a due per dire che vita è bellezza sotto la scorza indurita dalla bestialità precipua umana.
un lavoro a due ch’è volontà di sapienza.
poco più di questo è FIORI DI MAGGIO e molto di meno.

 

yzu x fiori di maggio

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